LATITUDINE ZERO
Sapan punta il dito verso una linea che si percepisce ma non si vede.
Una sottile, impercettibile linea immaginaria.
Sapan si volta con il sorriso stampato sulle labbra e pronuncia parole incomprensibili.
Lo osservo con lo sguardo di chi fa finta di avere capito, ma è evidente il mio imbarazzo.
Con fare stizzito scandisce a chiare lettere la parola “equator”.
E’ la linea dell’equatore quella che stiamo attraversando, la mitica latitudine zero; circondati da isole che si innalzano come gemme color smeraldo contornate da un anello di sabbia bianca.
La linea che divide i due emisferi separa l’atollo di Suvadiva con l’isola di Fuvahmulah nel profondo sud del continente maldiviano.
Non è visibile ma è percepibile e poi, la sola idea di navigare nel punto più largo della terra mi fa sentire al centro del mondo, in uno spazio fluttuante tra il nulla e l’infinito.
Sapan ha la pelle brunita, il viso segnato dal sole e dal sale, una barba appena accennata:
– sono nato pescatore e morirò pescando. La mia casa è il blu profondo ed è lì che trascorro il mio tempo a contatto con il grande oceano che ogni giorno mi regala la gioia di vivere –
Sapan scivola nelle profondità con le stesse movenze di un pesce; quando si muove sembra reincarnare l’animale marino.
Sapan è nato sulla linea della latitudine zero, nel punto più largo della terra.
La sua casa di trova a pochi passi dalla spiaggia sull’isola di Fuvahmulah.
LATITUDE ZERO
Sapan points his finger at a line that one can perceive, but not see. It’s a subtle, imperceptible imaginary line. Sapan turns to me with a smile on his lips and utters some incomprehensible words. I look at him, pretending to understand, but my embarrassment is obvious. With a brusque demeanour, he spells out the letters of the word “equator”.
We are crossing the equator line, the mythical latitude zero, surrounded by islands that rise like emerald-coloured gems encompassed by a ring of white sand. The line dividing the two hemispheres separates the Suvadiva atoll from the island of Fuvahmulah in the deep south of the Maldivian archipelago. It is not visible, but it is perceptible. The mere idea of navigating over the widest point on the Earth makes me feel at the centre of the world, in a fluctuating space between nothing and infinity.
Sapan has tan skin, a face marked by sun and salt, and the mere hint of a beard: “I was born a fisherman, and I will die fishing. My home is the deep blue, and there I spend my time in contact with the great ocean that gives me the joy of life every day”.
Sapan slides into the depths with the same movements as a fish; whenever he moves, he seems to reincarnate the marine animal. Sapan was born on the zero latitude line, at the widest point on the Earth. His home is located a few steps from the beach, on the island of Fuvahmulah.