SALE DELLA VITA
È una immensa marea bianca quella che si accende davanti agli occhi; un mare luccicante che si perde all’infinito.
É luce abbagliante che riflette ogni minuscolo cristallo che brilla come il diamante più prezioso.
È in questa terra di nessuno che Sherif piega la schiena dieci, cento volte ogni giorno per modellare come pochi sanno fare il blocco di sale.
Un movimento ancestrale che si perde nella notte dei tempi quando quella lastra sostituiva il denaro, e ogni ganfur doveva essere tagliato a regola d’arte.
Nessuno di questi uomini oggi ne conosce l’origine ma la paura che un giorno tutto questo scompaia è palpabile e tagliente come un cristallo di sale.
Sherif ha la pelle nera come il carbone, le mani sono macigni che non si fermano un solo attimo.
Ogni lastra tagliata è un pezzo di pane guadagnato, un frammento di vita conquistata e da queste parti la vita vale quanto il sale.
Ogni mattina, di ogni giorno nella piana la luce è accecante e il caldo opprimente ma Sherif e i suoi compagni lavorano senza sosta: spaccano, sollevano, tagliano e caricano forme di sale.
La carovana di dromedari ha attraversato il greto del fiume per giungere sin qui accompagnata dal canto del carovaniere, una melodia così dolce e malinconica che risuona come un eco nella vastità della piana.
Sherif non ha una bella voce e non conosce il canto della carovana ma ha braccia robuste, mani come macigni.
THE SALT OF LIFE
An immense white tide lights up before the eyes; a shimmering sea that vanishes into infinity.
It is a dazzling light reflected by every tiny crystal that shines like the most precious diamond.
In this no man’s land, Sherif bends his back hundreds and hundreds of times every day to give shape to the block of salt in a way few people know.
The origin of this ancestral movement is lost in the mists of time: back when a slab of salt was a replacement for money, and each ganfur had to be cut to perfection.
None of these men still knows its origin today, but the fear that one day all this will disappear is as palpable and sharp-edged as a salt crystal.
Sherif has coal-black skin; his hands are like boulders, not stopping for even a moment.
Each cut slab is a piece of bread earned, a fragment of life conquered – and in these parts, life is worth just as much as salt.
Every morning on the plain, the light is blinding and the heat is suffocating, but Sherif and his companions work tirelessly: they split, lift, cut and load the salt.
The dromedary caravan crossed the riverbed to reach this place accompanied by the caravan driver’s chant, a melody so sweet and melancholic that it resounds like an echo in the vastness of the plain.
Sherif doesn’t have a beautiful voice and doesn’t know the caravan’s song, but he has strong arms and hands like boulders.